DESCRIZIONE GENERALE DELL’OPERA
Sei opere a tempera su giganteschi libri di legno: due pagine unite da cerniera. I libri hanno le dimensioni di cm 170×220 chiusi e cm 340×220 aperti per la lettura.
Sono collocati sulle pareti sinistra e destra della navata della chiesa.
Il progetto, pensato a dicembre 2009, è stato realizzato nell’anno 2012/13 e le opere sono state collocate nella chiesa il 28 giugno 2013.
1) LE NOZZE DI CANA ( GV 2, 1-11)
La scena del pranzo di nozze è collocata all’interno di un salone con porte e archi sulla parete di fondo.
Gli sposi, pur essendo al centro del quadro, non sono tuttavia i protagonisti: protagonisti sono Gesù con il gesto di comandare che l’acqua diventi vino; sua madre, la Madonna, che si trova nella stessa sagoma del figlio ( è unita al figlio nello stesso volere), senza coprirlo, ma evidenziandolo, mentre, rivolta al servo, ordina: “Fate quello che vi dirà”.
Sulla pagina destra del libro ci sono gli invitati che non sanno come sono andati i fatti e festeggiano con il vino buono. Il colore rosso ci dice che sono anche un po’ allegri.
In basso ci sono dei bambini intenti nei loro giochi in mezzo alle grandi giare. A loro è permesso non essere così coinvolti, anche se sono vicini al mistero.
2) LA RISURREZIONE DI LAZZARO
Tutta la scena è dipinta a distanza ravvicinata.
Al miracolo assistono non le folle, ma poche persone. Protagonista è Gesù dipinto in primo piano. Lazzaro, come descritto nei vangeli, è avvolto di bende e il suo volto è coperto.
Il gesto di Gesù non solo è un gesto di comando: è un comando che ordina di venire fuori. Lazzaro, che era morto da più giorni, ora, anche se legato, è operoso: infatti cammina. Le persone hanno le braccia alzate. Il loro gesto non è né di comando né di accoglienza, ma di meraviglia. Il personaggio in primo piano con gli occhi sbarrati e ritratto solo e fino alle spalle, per non prendere il posto di Gesù, invita altri ad avvicinarsi per vedere il prodigio.
Un giorno un’attenta bambina, guardando il dipinto, ha detto: “Ci sono due giovani vestiti come noi”. Ho chiesto all’autore del quadro come mai questo particolare. Roberto Patrizi (Agrà ) ha risposto che sono due giovani moderni, non troppo interessati a Gesù e neanche al miracolo; se ne stanno distratti e distaccati, ma sono su un piccolo rialzo e non si rendono conto che movendosi potrebbero anche cadere. E’ una attualizzazione del Vangelo.
3) MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
Il tema dominate di questo miracolo è la “quantità”. Tante persone, tanti pani, tanti pesci, tante ceste avanzate.
Su tutto domina Gesù, bello, vestito di rosso, come sempre. per indicare la divinità.
Gesù fa un gesto che contemporaneamente è benedizione, indicazione di andare a distribuire, attenzione per tutti.
Un ragazzino, in punta di piedi, perché la grandezza di Gesù è sempre tanta, offre generosamente quello che ha. (In Patrizi i ragazzini hanno sempre questa schiettezza e questa spontaneità: ma è il Vangelo che descrive i bambini così).
Non c’è calca di folla, nessuno spinge, nessuno vuole arrivare prima di un altro: c’è abbondanza per tutti.
Il personaggio in primo piano a sinistra è sereno, ma ha un problema: è sommerso dalla quantità di tutto quel ben di Dio… ( forse ancora non è completamente convinto, ma Gesù è veramente Dio).
Sullo sfondo c’è il lago di Tiberiade e le colline del Monte delle Beatitudini (o meglio, per essere più precisi, il Mare Adriatico e le colline di Mondolfo, Stacciola, S. Costanzo e Piaggiolino; così care al pittore Patrizi…).
4) LA DONNA SAMARITANA AL POZZO DI GIACOBBE
L’opera presenta uno dei racconti più belli e caratteristici del Vangelo di Giovanni: la donna Samaritana al pozzo di Giacobbe.
La pagina destra del libro presenta solamente Gesù e la Samaritana ai margini del pozzo. Gesù giganteggia in piedi, volto sereno, accogliente, con in mano una ciotola vuota e chiede da bere alla Samaritana.
La Samaritana ha in braccio la brocca che tiene stretta al petto, come fanno i bambini quando non ti vogliono dare una cosa. Il suo volto non soltanto dice. “No”, ma esprime tutta la meraviglia come mai un giudeo osi chiedere da bere a lei che è una donna samaritana: E’ noto che giudei e samaritani non avevano buoni rapporti tra loro.
L’altra pagina del libro questa volta è completamente staccata, perché distaccati sono gli apostoli da Gesù. Sono tornati dal paese con le provviste, ma si meravigliano che Gesù stesse parlando con una donna, anche perché le donne, che dopo avere attinto acqua si fermavano al pozzo, non sempre erano le migliori.
Anche i due personaggi solitari sullo sfondo mantengono le dovute distanze.
Anche in questo quadro un bel panorama fa da sfondo: paesaggi della Palestina…. (No..: questa volta sono proprio le nostre campagne con il paese di Mondolfo e S. Costanzo!).
5) MARTA E MARIA
Tre personaggi in rilievo, più due, ma questa tempera non è su due pagine avvicinate; è proprio il paginone centrale dell’Atlante.
Il quadro è unico, non ci sono le cerniere che uniscono due unità. Si parla di Marta e Maria, ma il protagonista è Gesù. Le due sorelle sono contente perché a casa loro c’è Gesù.
Marta è attenta a preparare un buon pranzetto, Maria è contenta di farsi discepola. Gesù e Maria riempiono il centro del quadro e parlano, più che con la parola, con le mani.
Gesù con le mani sembra dire: “Io sono con voi….” mentre con l’altra mano sembra suggerire: “Venite a me voi tutti…”.
Maria da parte sua non distoglie per un attimo gli occhi da Gesù. Il suo corpo è in una posizione irreale che vuole essere contemporaneamente in posizione inginocchiata ai piedi di Gesù e eretta sul tronco. Maria non vuole perdere una parola dell’insegnamento del maestro mentre con la mano sembra dire: “Adagio Gesù, fammi capire bene…”
Marta, con sdegno, rimprovera nientemeno Gesù dicendogli. “Non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire…dille che mi aiuti….” La posizione del suo corpo e della testa è quella di chi ha fretta di andare, ma non vuole abbandonare un altro interesse che resta alle spalle.
Il quadro presenta altri personaggi: una ragazza curiosa sulla porta; due occhi curiosi dalla finestrella; dei gattini tranquilli che giocano nel loro mondo; c’è anche un piccolo topo che rientra nel foro del muro: se ci sono i gatti non è tempo di ballare.
6) LA LAVANDA DEI PIEDI A SIMON PIETRO
La scena ha come sfondo l’ultima cena. In primo piano dominano le figure di Gesù e diSimon Pietro. Gesù, come gesto di umiltà, non solo lava i piedi, ma è anche inginocchiato davanti a Pietro. Le mani di Gesù, più che il gesto di “lavare”, indicano “accogliere”. Anche Gesù ha i piedi nudi, ma l’attenzione va sui piedi di Pietro. Gesù fissa Pietro e Pietro, fiero e umiliato, guarda Gesù.
Gli apostoli sono come bloccati e guardando quello che Gesù sta facendo. Alcuni si guardano tra loro cercando di individuare a chi si riferiva Gesù quando, un attimo prima, aveva detto a Pietro: “Siete puri, ma non tutti”.
Alcuni sanno benissimo (anche perché è molto somigliante) di chi è il volto del paraplegico che raffigura Pietro. L’autore Natale Roberto Patrizi ha detto: “Lui che su questa terra da tanti anni non camminava più ora certamente cammina spedito tra gli eletti in Paradiso”. Non so se l’artista ci pensasse quando affermava questo, ma è S. Paolo che dice: “Risorgeremo trasformati”.